Efesto, figlio di Zeus e di Era creava gioielli ed altri capolavori; nessuno, in cielo ed in terra, era in grado di foggiare scettri, troni ed anfore con tanta maestria. Afrodite, protettrice dell'amore e degli amanti era la sua sposa. Ella indossava una delle creazioni più stupefacenti del marito, una cintura che splendeva più del sole le cui pietre preziose, dono di Poseidone, racchiudevano tutti gli oceani.
Un giorno Afrodite si imbatté in una ninfa che si vantava di possedere il monile più bello e prezioso dell'universo e che le era stato donato dalla sua migliore amica Fatagò. Quando la dea ebbe tra le mani il ciondolo della ninfa rimase abbagliata e la sua cintura non le sembrò più straordinaria. Afrodite non poteva sopportare che altre donne potessero indossare dei gioielli più belli dei suoi ed iniziò a tramare nell’ombra per sbarazzarsi di Fatagò.
Afrodite voleva distruggere Fatagò nello spirito, privarla di tutta la sua energia creatrice e punirla per il suo dono che sembrava un oltraggio agli dei. Fatagò non poteva immaginare che avrebbe pagato a caro prezzo la sua bravura ed in un caldo pomeriggio d’estate venne rapita da Caronte che la portò con sé nel regno dei non viventi. Non passò molto tempo prima che Fatagò iniziò ad esprimersi anche nelle tenebre. Le anime erano costrette a pagare il loro viaggio verso gli Inferi con una moneta e nel corso del tempo la fanciulla era riuscita a sottrarne alcune al truce traghettatore ed iniziò a creare splendidi gioielli che poi regalava alle anime perché ricordava loro la bellezza della vita sulla terra.
Ade non poté fare a meno di notare i monili e si interessò alla storia di Fatagò, commosso dalle parole della ragazza ma soprattutto dalle sue eccezionali creazioni, decise di regalarle la libertà. Fatagò ritornò sulla Terra e continuò a realizzare gioielli sempre più originali e sempre più belli.
La bellezza è tale perché nega la bruttezza, il bene perché nega il male. L'opposto non è positivo, ma negativo e, come tale, accompagna il positivo. Come l'ombra la luce.